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Teglio Veneto

  • Immagine del redattore: Elenia Bozzato
    Elenia Bozzato
  • 30 mag 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


Il nome del paese deriva dalla pianta del “Tiglio”, che era molto diffusa in questa zona. Il territorio, che sotto l’Impero Romano era di appartenenza a Concordia Sagittaria, era quasi completamente disabitato.

Per la prima volta appare il nome di Teglio Veneto tramite la Bolla papale del 1186 di Papa Urbano III per dare un nome ai villaggi soggetti temporalmente ai vescovi concordiesi. Nel 1420, con il passaggio del Friuli sotto la Repubblica di Venezia, anche Teglio Veneto fu assoggettata alla Serenissima. Nel 1797, caduta la Serenissima, Teglio andò all’Austria per il trattato di Campoformio (1798). Con la Prima Guerra Mondiale il paese fu invaso dall’esercito austriaco, dopo lo sfondamento del fronte di Caporetto nel 1917.

Degna di visita è la chiesetta di Sant’Antonio da Padova nel Capoluogo. Nato come oratorio nel XIII secolo, è poi stato ampliato con un atrio rinascimentale e restaurato, dove si dice che i capifamiglia si riunissero per discutere dei problemi della comunità. Nel piazzale affianco si trova la chiesa di San Giorgio M., consacrata nel 1896 con il campanile del 1902, che al suo interno ospita un altare di legno in cui è incastonata la pala della “Vergine del Rosario” di Osvaldo Gortanutti.


Sono presenti, inoltre, la chiese di San Giovanni Battista e l’oratorio dei Santi Urbano e Antonio a Cintello e la chiesa intitolata a Sant’Urbano papa di Suzzolins. All’interno di San Giovanni, antica chiesa medievale, più volte rimaneggiata nel corso dei secoli, si conservano interessanti lacerti di affreschi romanici, realizzati tra la fine del XII e gli inizi del XIII secolo, che rappresentano le testimonianze pittoriche più rilevanti della zona.


A Teglio sono presenti anche alcune ville del XVII secolo come Villa Brezzi-Dell’Anna e Villa Reis.


Gli amanti delle escursioni e delle aree naturalistiche davvero non possono perdersi il virtuoso esempio di riqualificazione ambientale dei Prati delle Pars. Al momento l’estensione dell’area raggiunge i 40.000 metri quadrati, ma è in costante aumento. Attraverso un meticoloso lavoro di ricerca e progettazione, con il contributo di studiosi e professionisti, i volontari sono riusciti a ricreare prati arborati, siepi, un lembo di boschetto planiziale, un’area umida, e diversi campetti seminati a colture tradizionali oramai scomparse.


Un personaggio caratteristico di Teglio Veneto fu Giuseppe Vendrame, erborista e guaritore, nonché “avvocato” dei contadini, noto come “Barba-Zep”, vissuto nell’Ottocento. Al suo nome è stato intitolato un concorso nazionale di poesia con cadenza biennale, oggi denominato “Teglio Poesia”. Alcune raffigurazioni pittoriche con versi poetici denotano facciate di edifici pubblici e privati, caratterizzando la tradizione poetica locale.


Il “Palio dei Mussi” per molti anni è stata un’altra manifestazione che si svolgeva a Teglio Veneto, a cui partecipavano cinque contrade del paese, ognuno dei quali metteva in scena usi, tradizioni e costumi propri della comunità di Teglio Veneto dei primi anni del Novecento. “Il Palio dei Mussi” era un’occasione per ricordare che l’asino un tempo era indispensabile nella vita quotidiana del paese, sia come mezzo di trasporto che per lo svolgimento dei lavori agricoli più leggeri.


Dal punto di vista enogastronomico, il Capoluogo, la frazione di Cintello e la località di Suzzolins si distinguono per la proposizione di tre pietanze tramandate dalla tradizione contadina locale: rispettivamente il "mus" (asino), il "bisàt" (anguilla) e il "lengàl" (linguale). È possibile assaporare i piatti durante gli estivi festeggiamenti popolari promossi dalle Associazioni di volontariato paesane.



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