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Summaga

  • web7976
  • 27 ott 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


Summaga è una piccola frazione a pochi chilometri da Portogruaro che sorge vicino al fiume Reghena. La sua origine è datata nel X-XI secolo (più antica rispetto al capoluogo Portogruaro) ed è dovuta alla fondazione di un monastero costruito dai vescovi di Concordia. Di questo monastero non vi sono più tracce ad eccezione della chiesa di Santa Maria Maggiore, anche se documenti ne attestano la presenza fino al XVI secolo. Essa godette dell’appoggio dei vescovi di Concordia, che le concessero diritti e privilegi. L'abbazia, tutt'oggi importante meta turistica, è ricca di affreschi e opere d'arte, e nasconde in sé qualcosa di unico e incredibile.


A pianta longitudinale, a tre navate concluse da tre absidi, l’abbazia fu retta da un abate titolare e residenziale fino al 1431, quando fu data in commenda al cardinale portogruarese Antonio Panciera. Il più illustre abate commendatario fu il veneziano Carlo Rezzonico, che nel 1758 divenne papa con il nome di Clemente XIII. Fu proprio Rezzonico che nel 1740 modificò profondamente la chiesa, con la nuova facciata in stile neoclassico e con la demolizione di alcuni pilastri. Importanti lavori di restauro hanno interessato il complesso già negli anni 1927 e 1928, con la scoperta degli affreschi dell’abside centrale. Nel periodo 1960-1970 furono rimessi in luce gli affreschi quattro-cinquecenteschi, ricostruiti i pilastri, gli archi demoliti, riaperte le antiche finestrelle, ecc. Importanti lavori furono eseguiti tra il 1983 e il 1993, restituendo gli affreschi dell’abside centrale all’originario cromatismo.


Gli affreschi all'interno sono di particolare interesse artistico per l'arte romanica del Veneto e Friuli, risalenti alle prima metà del 1200. La derivazione degli affreschi è bizantina ma con influenza della pittura veneziana. Quelli del sacello medievale, inglobati nella chiesa nel XII secolo con la costruzione del campanile, raffigurano la Redenzione, Il peccato Adamo ed Eva, Il castigo di Adamo ed Eva, la Crocifissione ed il Giudizio universale. Gli affreschi dell'abside centrale, assegnabili all’inizio del XIII secolo, raffigurano all'apice la Vergine con Gesù bambino entro mandorla sostenuta da quattro angeli, mentre ai lati vi sono le raffigurazioni simboliche dei quattro Evangelisti e le figure di due santi sconosciuti. Nella parte inferiore si può ammirare Cristo e i dodici Apostoli, raffigurati frontalmente entro finti intercolumni. Nel registro inferiore è rappresentata la parabola evangelica delle vergini sagge e delle vergini stolte, sfortunatamente molto deteriorata (la rappresentazione è particolarmente femminile). Non è un caso che in una chiesa di antica appartenenza all'ordine templare vi è rappresentata come figura principale la Madonna, da loro sempre particolarmente amata. Altri affreschi (pilastri) risalgono al sec. XIV, mentre ai secc. XV e XVI vanno riferiti gli affreschi della parete sinistra con alcuni santi (Isidoro, Floriano, Lucia, Benedetto, Urbano). Un recentissimo restauro (2011) ha valorizzato l’absidiola di sinistra dedicata a S. Giovanni del sec. XIII.


Ma il vero tesoro della chiesa è contenuto nell’abside alla fine della navata di destra. Alla base vi sono rappresentati personaggi molto interessanti quali cavalieri che lottano tra di loro e contro draghi malvagi. Sono solo accennati perché vi è solo il disegno senza colori o rifiniture, ma la loro presenza afferma ulteriormente l’appartenenza della parrocchia ai templari, dato che anticamente vi era un’antica magione. Inoltre, l’unicità di questo luogo è sottolineata dalla rappresentazione di uomini occupati in lavori quotidiani, come fabbri, falegnami, cavalieri e operai, figure rare, impossibili da trovare in un ambiente sacro. Infatti non è facile incontrare in una chiesa dipinta la “povera gente” da sola, senza l’aiuto di qualche santo. Il vero segreto di queste immagini resterà immerso nel silenzio di queste mura che così isolate, certo non parleranno!


Insomma a Summaga anche gli appassionati di misteri possono trovare pane per i loro denti.


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