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Annone Veneto

  • web7976
  • 28 dic 2020
  • Tempo di lettura: 2 min


Annone, cui dopo l'unità d'Italia è stato aggiunto il termine 'Veneto' per distinguerlo da altri comuni omonimi, porta nel nome la storia della sua origine: 'ad nonum lapidem', presso la nona pietra miliare sulla via Postumia, strada consolare romana, costruita nel 148 a.C. per congiungere Genova con Aquileia, con l'attraversamento della pianura padano-veneta.


Un sito di interesse artistico è la vecchia chiesa parrocchiale di San Vitale. Ha origini quattrocentesche, ma fu ricostruita nel XVIII secolo e poi ristrutturata tra il 1946 e i primi Anni Cinquanta. È stata parrocchiale dal 1622 circa (istituzione della parrocchia di San Vitale) al 1976, quando iniziarono le celebrazioni nel nuovo edificio costruito più a sud. Del primo periodo rimane la massiccia torre campanaria, probabilmente degli inizi del Cinquecento, con cuspide aggiunta alla fine del Settecento. Ha la forma di aula rettangolare, con transetto brevemente sporgente dopo l'ultima ristrutturazione. Nel restauro del 1763 le fu aggiunta una cuspide ottagonale, sormontata da pinnacolo. All'interno è conservato un monumentale altar maggiore, a struttura architravata con soffitto a cassettoni, timpano e nicchie laterali, opera del lapicida Rinaldo da Portogruaro (1544). Nel paliotto sono rappresentati a bassorilievo Cristo passo entro calice eucaristico e due Angeli in movimento simmetrico. Sopra la mensa, sui dadi delle colonne sono scolpiti cesti ricolmi di frutta e uccelli, e sulla fascia di zoccolatura girali vegetali con esseri fitomorfi del tipo a grottesca. Sulle nicchie laterali compaiono ancora due angeli e sull'architrave un fregio in cui gli elementi vegetali si raccordano a un essere fitomorfo centrale. L'altare conteneva la pala di San Vitale, probabilmente copia sostituita all'originale; per alcuni era opera ottocentesca baroccheggiante, per altri opera di artista seguace del Veronese. Nella sacrestia si conservano un lavabo in pietra con testine e bassorilievi a motivi vegetali del XV secolo e un affresco raffigurante Cristo crocifisso datato 1537, con un ampio fondale paesaggistico di gusto veneto.


In via Oltrefossa, antica strada tra Lorenzaga e Frattina, nel portico di casa Gianotto (già ca' Cassiani, una vecchia casa di campagna) si trova un affresco raffigurante la Madonna col Bambino in trono tra San Rocco e un altro santo, della fine del secolo XV, comunemente denominato Madonna della pera, dal frutto che Maria porge al Figlio. La Madonna è raffigurata su un trono di pietra decorato, con il bambino benedicente seduto sulle ginocchia. L'opera, recuperata e restaurata nel 2005, è attribuita con certezza a Gianfrancesco da Tolmezzo, il più importante pittore friulano della seconda metà del XV secolo. La presenza dell'opera in questo luogo costituisce un'importante testimonianza della frequentazione della via per Venezia del pittore, alla ricerca delle novità del Rinascimento veneziano e padovano da portare nell'arte del Friuli. Di questo affresco è stato recentemente avviato il recupero-restauro.


Villa Polvaro, di notevoli dimensioni, è una casa padronale con barchesse per la conservazione dei raccolti, cantine e una chiesetta, risalente alla fine del XVII secolo. I terreni erano stati acquistati e portati agli usi agricoli dalla famiglia veneta dei Polvaro. Alla fine del XVIII secolo era in possesso del veneziano Marco Franceschi.


Per quanto riguarda i percorsi nel verde, il riutilizzo dei vecchi binari e traversine ha ispirato l'artista Remo Tesolin a erigere un'installazione che segna l'inizio della passeggiata, da via Oltrefossa, nei pressi del Pala Annone.



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