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Pramaggiore

  • web7976
  • 24 nov 2020
  • Tempo di lettura: 3 min


Antica via di comunicazione di probabile origine romana, Pramaggiore risulta citato nei documenti per la prima volta nel 1255, quando rappresentava un centro abitato compreso nello Stato patriarcale di Aquileia ed ecclesiasticamente dalla Diocesi di Concordia. Tuttavia, il recente rinvenimento di reperti litici e ceramici da la più antica testimonianza della presenza umana nel territorio tra il 1600 e il 1300 a.C. All'epoca il territorio non corrispondeva all'attuale comune, poiché le frazioni di Salvarolo e Blessaglia costituivano ciascuna una comunità a sé stante. Esse hanno una storia più antica del capoluogo: lo sviluppo di Salvarolo è legato a un castello eretto dall'omonima famiglia di feudatari alla fine del X secolo, mentre Blessaglia è citata già nel IX secolo. Passato il Friuli alla Serenissima (1420), i Salvarolo cedettero il castello agli Altan che gli diedero nuovo lustro, per poi abbandonarlo di nuovo (oggi è definitivamente scomparso). Nel 1806, durante il Regno d'Italia di Napoleone, fu istituito l'odierno comune di Pramaggiore. Il passaggio dalla provincia del Friuli a quella di Venezia avvenne nel 1838 sotto gli Austriaci. Nel corso della seconda guerra mondiale nel territorio comunale, nella frazione di Blessaglia fu perpetrata una rappresaglia da parte di un reparto delle SS che portò all'impiccagione di otto partigiani della Brigata Ippolito Nievo.


Alle soglie dell’età moderna esistevano a Pramaggiore, sul fiume Loncon, ben sei mulini: Gerosa, Prabedoi, Salvarolo, Blessaglia, Belfiore e Mulin di Mezzo, tutti pertinenti a giurisdizioni differenti. Di questi, quello di Belfiore è l’unico che abbia mantenuto le sue caratteristiche originarie. Mentre all’esterno sono visibili le pale moderne, all’interno si trova il Museo Etnografico della Civiltà Contadina che ospita sia le antiche macine, sia gli ingranaggi di un impianto molitorio, sia infine alcune testimonianze della civiltà contadina, dagli attrezzi agricoli ad alcuni oggetti e arredi di uso quotidiano. Il mulino era già attivo nel corso del XV secolo nel contesto della giurisdizione dei signori della Fratina. All'interno rimane traccia di uno stemma della famiglia veneziana Grimani che dagli inizi del Seicento era proprietaria della costruzione. Il mulino restò attivo fino alla fine degli anni ‘40 gestito dalla famiglia Dalla Pasqua. Negli anni ‘60 l’intera proprietà fu ereditata da un esponente della famiglia Venier, il quale, a sua volta la cedette al comune di Pramaggiore nel 1995.


Adiacente al mulino, troviamo il complesso architettonico di Villa Dalla Pasqua. L’edificio è al centro di un parco con alberi secolari di gelso, utile un tempo per la coltivazione dei bachi da seta, di alti frassini e di querce molto antiche. Questo complesso, caratterizzato da una particolare configurazione planimetrica a “corte chiusa” di tipo difensivo, è uno degli edifici più antichi, ubicato nella parte ad ovest chiamato la “Castellina” e risale presumibilmente al secolo XV. La villa fu dei Dalla Pasqua e poi dei Venier, oggi è proprietà dell’Azienda Territoriale per l’Edilizia di Venezia.


Altra tappa da fare se vi trovate a Pramaggiore, è la visita alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Blessaglia, frazione del comune. Nel Medioevo era filiale della pieve di Lorenzaga, mentre l'attuale chiesa fu edificata all'inizio del XVI secolo e divenne parrocchiale nel 1537. Inoltre, l'edificio è stato oggetto di una ristrutturazione tra il 2007 e il 2010. La chiesa di Blessaglia, simile ad altre chiese cinquecentesche della zona è la più grande dell'intero comune di Pramaggiore. All'interno della chiesa si possono ammirare vari affreschi, dipinti nel Cinquecento e riconducibili alla scuola di Pomponio Amalteo, e una statua raffigurante la Madonna, scolpita nel 1899.



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