Fossalta di Portogruaro
- web7976
- 29 giu 2020
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Il cuore della vita cittadina di Fossalta di Portogruaro è Piazza Risorgimento, al centro della quale si trova la Piazzetta Angelo e Galliano Scarpa. Prima di lasciare la piazza è d’obbligo una visita alla chiesa parrocchiale di San Zenone dove, durante le celebrazioni liturgiche, è possibile ascoltare l’organo costruito dalla ditta “Francesco Zanin” di Codroipo. All’altro capo della piazza si nota la Casa Bornacin, il più antico edificio documentato del centro storico, che compare nella cartografia fin dal 1582. La casa era anticamente decorata, nella sua parete esterna a sud, da un grande affresco murale cinquecentesco avente per tema la crocifissione, ora quasi completamente scomparso. A lato dell'edificio sorge il marmoreo Monumento Ai Caduti, realizzato dagli scalpellini fossaltesi su disegno di Giuseppe Scalambrin.
Via Mocenigo ad Alvisopoli, città di Alvise Mocenigo, è il punto di vista più affascinante per avere una visione completa del complesso che costituisce la villa padronale settecentesca dei Mocenigo. Dopo aver superato il cancello principale d’ingresso si apre alla vista del visitatore il vero centro della vita contadina del luogo e sede dei principali avvenimenti pubblici della comunità. La villa, in stile seicentesco, fu progettata dall’architetto Balestra e rimase di proprietà della famiglia Mocenigo fino alla vigilia della Prima Guerra Mondiale, passando poi ai Mayer di Trieste, ai Sinigallia e ai Gandolfi. Oggi il complesso è di proprietà dell’ATER che, dopo un radicale restauro architettonico, lo ha attualmente adibito a residenza privata. Ritornando all’ingresso del complesso, alla sinistra s’innalza l’alta costruzione della pila per il riso, alimentata dalla forza motrice di una ruota posta su un canaletto artificiale ed ora in disuso. Il parco di Villa Mocenigo è un residuo di bosco planiziario di pianura, trasformato dal nobile Alvise in un giardino alla moda con l’introduzione di specie esotiche, lo scavo di canali, l’apertura di una serie di sentieri delimitati da siepi di bosco. Il parco ha un’estensione di circa tre ettari e mezzo e presenta grossomodo la forma di un quadrilatero.
A Fratta, allo slargo di Via Castello, il visitatore può subito raggiungere l’ingresso del Parco del Castello di Fratta. Un vialetto alberato conduce a una prima area visitabile, detta “cortino”. Qui si possono notare i resti della prima struttura difensiva voluta dai vescovi concordiesi intorno al IX secolo, ovvero una torre a pianta rettangolare che oggi accoglie al centro delle fondazioni il fusto di un’alta pianta di noce. Ospitato in un’antica casa quattrocentesca, il Museo del Castello di Fratta si apre sul “cortino” con un bel porticato a tre archi acuti. All’interno della struttura museale è possibile ammirare una delle più interessanti collezioni di ceramiche medievali e rinascimentali della regione, affiancata da un’accogliente stanza che vuole ricreare, con oggetti d’epoca e ricordi legati ad Ippolito Nievo, la cucina del castello descritta nelle Confessioni di un Italiano. Le sale superiori del complesso museale ospitano laboratori di restauro e la collezione civica delle opere a stampa riguardanti lo scrittore. Uscendo dal museo, un breve sentiero conduce al Parco di Marte e Flora in luogo del Castello di Fratta. Opera realizzata negli anni Novanta dall’Amministrazione Comunale, il parco comprende un’interessante area verde caratterizzata dalla ricostruzione delle mura di cinta dell’antico castello con partiture arboree e del complesso palaziale centrale con un suggestivo labirinto a raso. Immersi nel verde del parco sono visibili anche i pochi resti archeologici venuti alla luce durante gli scavi: si possono riconoscere due pozzi e un breve tratto delle mura castellane. In base alla documentazione iconografica è stato ricostruito anche l’antico terrapieno, che costituiva la prima cinta difensiva, strutturandone il declivio a spalti per un teatro all’aperto. Chi, uscendo dal parco, volesse raggiungere Fossalta di Portogruaro a piedi o in bicicletta, può farlo grazie ad un’agevole strada campestre detta “stradina di San Carlo”. La strada, circondata da numerose specie arboree recentemente piantate secondo un progetto di riqualificazione ambientale, ospita a metà del percorso un solitario oratorio dedicato a San Carlo, nel quale si possono riconoscere alcuni affreschi del XVII secolo.
Un’antichissima quercia è da anni dichiarata monumento naturalistico d’interesse nazionale. Distinta da una particolare conformazione dello sviluppo aereo dei rami e dal tronco cavo, la quercia secolare di Villanova rappresenta il simbolo e la storia della comunità locale, tanto da far nascere delle suggestive storie popolari. Una di queste ricorda come il tronco cavo dell’albero abbia temporaneamente ospitato pellegrini e viandanti, che si scaldavano in inverno accendendo al suo interno un piccolo fuoco.
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