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Azzano Decimo

  • web7976
  • 30 mar 2021
  • Tempo di lettura: 3 min


Azzano Decimo, Dassan in friulano occidentale, Athan o Azan in veneto, si trova in Friuli-Venezia Giulia e il suo territorio fu abitato fin dalla preistoria. Sono noti agli studiosi i siti neolitici in località Fagnigola e Valer-Pezzacurta. Quando la regione fu conquistata dai Romani, Azzano assurse a una certa importanza, come dimostrano gli interessanti reperti rinvenuti addirittura nel corso dei normali lavori agricoli: il merito è da ricercarsi nella fertilità del terreno, irrigato dai numerosi fiumi che lo attraversano, e perché si trovava lungo il percorso di una delle vie aperte dalle truppe per facilitare i collegamenti fra Roma e gli altri centri dell'Impero. Le fonti menzionano Azzano anche durante il Medioevo, come sede di uno dei tanti castelli fortificati fatti costruire a scopo difensivo dai Patriarchi di Aquileia: il castello e l'annesso territorio era infeudato primitivamente alla gastaldia di Meduna e più tardi alla nobile famiglia "di Azzano", i cui membri avevano l'obbligo di risiedere nel castello e garantirne la difesa. Distrutto il castello verso la fine del XIII secolo, Azzano rimase centro agricolo e godette di una certa importanza dal punto di vista religioso in quanto sede della pieve di San Pietro, suffraganea al vescovato di Concordia, dalla quale dipendevano numerose chiese sparse nel territorio.


Il toponimo Azzano sembra derivare dal cognomen di una locale famiglia di proprietari terrieri (Attii o Accii), mentre l'aggettivo Decimo fu aggiunto dopo l'annessione del Comune al Regno d'Italia, con Regio Decreto datato 18/08/1867, e sta a indicare la decima pietra miliare qui posta a segnare la distanza dall'antico centro di Concordia Sagittaria.


Il duomo di San Pietro Apostolo è la chiesa parrocchiale di Azzano Decimo. La sua prima citazione risale al Medioevo, venne costruito tra il 1748 ed il 1771 e consacrato il 19 maggio dello stesso anno. All'interno dell'arcipretale, a unica navata, sono posti l'altar maggiore, realizzato tra il 1748 ed il 1771 dai fratelli Giuseppe e Giovanni Mattiussi e impreziosito da statue dei Santi Pietro e Paolo, la pala raffigurante i Santi Sisto, Valentino è Sebastiano, gli altari laterali di Sant'Antonio e del Carmine. L'originario campanile, risalente forse al XV secolo, era posto sul lato sinistro della chiesa, venne demolito nell'autunno del 1923. Quello attuale fu edificato nel 1921 e inaugurato il 6 novembre dello stesso anno. Esso, con i suoi 74 metri di altezza, domina il panorama azzanese e lo rende uno tra i più alti d'Italia.


L’area naturalistica denominata i Tre scalini del Diavolo, gestita dal WWF dal 1994, offre rifugio a un’interessante fauna, che dall'Africa raggiunge nelle consuete migrazioni il nord Europa e lungo il percorso approfitta di paludi, stagni, per riposare e rifocillarsi durante il lungo viaggio. Qui si possono ammirare splendidi volatili quali il podalirio, la vanessa dell'ortica, la natrice dal collare, la gallinella d'acqua. E ancora, il picchio rosso maggiore, il picchio verde, la gazza, la ghiandaia, il pendolino. L’area protetta si trova lungo il canale artificiale della Luma e ha una superficie di 22.740 metri quadrati. Nella vegetazione attorno al canneto spiccano il salice bianco, l'olmo e l'ontano comune oltre alla farnia, la sanguinella, il biancospino, il gelso, il prugnolo e il sambuco nero. Tra le specie floristiche si trovano il favagello, il campanellino estivo, il sigillo di Salomone, il giaggiolo acquatico, la salcerella ed il nannufero. La tipica vegetazione offre rifugio a piccoli animali, dalla donnola alla faina.


Il Bosco della Mantova, situato nella frazione di Fagnigola, è una piccola oasi di biodiversità dove sono state ritrovate le tracce di uno dei più antichi siti neolitici del Friuli Venezia Giulia. Secondo la leggenda popolare, l'appellativo "Bosco della Mantova" è legato a un edificio agreste chiamato el castel de la Mantova, a causa della sua mole massiccia e della piccionaia a forma di torre. Questo caseggiato era considerato la residenza di alcuni “conti di Mantova”, dal cui luogo di origine prendono il nome il vicino bosco e l’intera zona circostante. Più realisticamente, la presenza umana di antica data in questo territorio sembra far risalire la nascita del toponimo a tempi assai più antichi, forse persino antecedenti la romanizzazione. Si ipotizza, ad esempio, che “Mantova” possa derivare da manta, parola appartenente ad una delle parlate mediterranee poi soppiantate dalle lingue indoeuropee, che ha dato origine a parole dal significato di “veste, mantello”, come il fitto manto boscoso che ricopriva quest’area.



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